Focus sull’epicondilite, il celebre “gomito del tennista”.
Se lavarsi i denti o sollevare una bottiglia risulta improvvisamente difficile ci si potrebbe trovare di fronte al noto gomito del tennista o epicondilite, una delle problematiche muscolo-scheletriche più diffuse. Ma che cosa si intende per epicondilite? E, soprattutto, come è possibile porvi rimedio?
Hai sempre sentito parlare del famigerato gomito del tennista, ma non sai nulla a riguardo? Vorresti avere qualche informazione in merito, ma non sai dove cercarle? Sei nel posto giusto! Leggendo questo articolo scoprirai cos’è l’epicondilite, da cosa è causata e come si deve trattare il problema.
Prima di iniziare la nostra disamina, ricordiamo che questo articolo presenta solamente alcune informazioni utili alla comprensione del problema esaminato. Per ogni ulteriore approfondimento e/o diagnosi accurata invitiamo ad interpellare il proprio medico.
Pronto a saperne di più sull’epicondilite? Cominciamo!
EPICONDILITE: LE STATISTICHE
Il gomito del tennista o epicondilite laterale insorge nel momento in cui movimenti ripetuti compromettono l’estensione del polso e le normali funzionalità dell’avanbraccio. Sono considerati soggetti a rischio coloro che praticano sport con racchetta, ma anche gli individui che svolgono specifiche attività professionali (ad esempio: cuochi, giardinieri e falegnami).
L’epicondilite tende a manifestarsi tra i 30 e i 50 anni di età. Nonostante ciò, chiunque può essere colpito dal disturbo qualora sia esposto ai rispettivi fattori predisponenti.
EPICONDILITE: COS’E’
Si ha a che fare col gomito del tennista quando i tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio all’epicondilo laterale (la parte esterna del gomito) risultano infiammati. In genere, l’epicondilite è determinata da un sovraccarico funzionale. Non per nulla, la problematica interessa sopratutto i soggetti che ripetono più volte determinati tipi di azione.
Il gomito del tennista è una tendinopatia inserzionale: il processo flogistico interessa l’inserzione dei muscoli estensori dell’avambraccio, quelli che originano dall’epicondilo laterale del gomito (localizzato in prossimità dell’estremità inferiore dell’omero).
Il gomito dal tennista colpisce solo i tennisti?
Il 95% degli individui affetti da epicondilite non pratica il tennis. Viceversa, una percentuale considerevole dei tennisti (tra il 10 e il 50% del totale) presenta una sintomatologia riconducibile al disturbo descritto.
EPICONDILITE: LE CAUSE
L’epicondilite è dunque causata da un’infiammazione a carico delle strutture muscolo-tendinee responsabili dell’estensione del polso o delle dita della mano.
Si tratta di una condizione che ha luogo principalmente quando i muscoli e i tendini del gomito sono indotti a sforzi eccessivi oppure quando movimenti scorretti determinano microtraumi ripetuti.
N.B: L’epicondilite è una malattia curabile, ma può peggiorare in modo considerevole se non viene trattata tempestivamente ed in maniera adeguata.
EPICONDILITE: I SINTOMI
Il principale sintomo dell’epicondilite è il dolore avvertito in corrispondenza dell’epicondilo laterale, appena sotto il gomito; disturbo che può irradiarsi al polso e alla mano.
Inizialmente, la sensazione dolorosa compare nel momento in cui si eseguono movimenti di estensione del polso, aumentando con il coinvolgimento dei muscoli vicini. Con il passare dei giorni, non di meno, il dolore può propagarsi lungo l’intero arto superiore e persistere anche a riposo. Le attività di tutti i giorni vengono così compromesse: semplici gesti quali dare la mano, sollevare una bottiglia o aprire una porta diventano improvvisamente ostacoli insormontabili.
Lo stato di infiammazione può durare dai sei mesi ai due anni. I sintomi tendono comunque a manifestarsi con gradualità.
Oltre al dolore, sintomi tipici dell’epicondilite sono l’indebolimento dei movimenti della mano e l’aumento della rigidità muscolare. Il braccio colpito è prevalentemente quello dominante, ma entrambi gli arti possono essere interessati dal disturbo.
EPICONDILITE: LA DIAGNOSI
La diagnosi si effettua mediante la palpazione diretta e l’esecuzione di specifici test di accertamento (Cozen e Mills) durante l’esame obiettivo. Per escludere la presenza di altre patologie, ad ogni modo, possono essere prescritte indagini ai raggi X e risonanze magnetiche.
EPICONDILITE: LA TERAPIA
Il trattamento dell’epicondilite è in genere conservativo. Si preferisce ricorrere alla soluzione chirurgica soltanto se strettamente necessario.
Trattandosi di una condizione autolimitante, l’infiammazione può guarire spontaneamente con il riposo. Tuttavia, se non gestita in modo corretto, la problematica può cronicizzarsi.
Le tecniche di manipolazione possono contribuire alla riduzione della rigidità muscolare. Analogamente, rimedi quali l’applicazione di impacchi freddi, l’utilizzo di tutori di supporto e l’assunzione di medicinali antidolorifici (paracetamolo e farmaci non steroidei) possono rivelarsi utili per contrastare il dolore, che può persistere a lungo. In alcuni casi, non a caso, possono essere prescritte iniezioni di corticosteroidi (tramite infiltrazioni).
EPICONDILITE: COME INTERVENIRE
Sfortunatamente, le procedure convenzionali non rispondono sempre alle aspettative del malato. I rimedi farmacologici tradizionali possono essere mal tollerati o provocare reazioni avverse. L’applicazione locale di gel cutanei, viceversa, per alcuni può risultare fastidiosa. Gli interventi chirurgici, d’altra parte, per quanto alle volte necessari, non sono esenti da rischi e comportano notevoli disagi.
Nei casi in cui le terapie convenzionali non rappresentano la soluzione al problema, possono intervenire le terapie fisiche, in grado di accelerare il percorso di guarigione e contrastare i sintomi dell’epicondilite. Ove il dolore persiste e/o condiziona la qualità di vita del malato si raccomanda l’impiego della magnetoterapia, metodica sicura e non invasiva per il trattamento dei disturbi reumatici. Una soluzione pratica ed efficace contro il gomito del tennista.
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