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Arriva il computer «Blue gene»

Curare l’osteoporosi in anticipo, limitando i danni che da questa malattia possono scaturire. Sarà presto possibile grazie a un computer ad alta definizione, il “Blue gene”, presentato dai ricercatori del Swiss federal institute of technology di Zurigo.

Lo strumento permette una visione ad altissima definizione delle ossa, consentendo una diagnosi anticipata dell’osteoporosi, fondamentale per prevenirne l’evoluzione.
L’osteoporosi, che oltre i 50 anni affligge una donna su 3 e un uomo su 5, è la patologia delle ossa più diffusa a livello mondiale, e colpisce 75 milioni di persone tra Usa, Giappone ed Europa. Oggi viene diagnosticata attraverso la misurazione di massa e densità ossea con i raggi x o con particolari tecniche di tomografia, in base ai quali i medici determinano la resistenza delle ossa. Metodi che, però, si sono rivelati poco precisi perché le ossa presentano al loro interno una massa spugnosa, fondamentale per stabilirne la resistenza, che non può essere calcolata con i tradizionali sistemi di misurazione.

I ricercatori di Meccanica e di Ingegneria dell`elaborazione e di Scienze informatiche dell`Eth di Zurigo hanno allora messo a punto con gli esperti di computer del Laboratorio di Ricerca Ibm di Zurigo uno strumento che calcolasse precisamente la resistenza delle ossa attraverso la massa spugnosa.
È tramite una mappa dinamica del calore – che mette in evidenza cambiamenti in base al variare dello sforzo – che il nuovo strumento mostra al medico fino a che punto le ossa sono in grado di sopportare il carico applicato, determinando così la fragilità ossea e quindi il limite oltre il quale potrebbero fratturarsi. In questo modo sarà possibile effettuare diagnosi precoci di osteoporosi, dando la possibilità ai malati di iniziare tempestivamente le cure.

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Invecchiare meglio con un’ora di ginnastica al giorno

Un’ora al giorno di ginnastica per invecchiare meglio. È il consiglio che arriva da uno studio presentato a Firenze dalla Federazione associazione dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) e dall`Istituto superiore di sanità.

Lo studio aveva come obiettivo quello di valutare se e in che misura l’attività fisica svolta da giovani riducesse il rischio di malattie cardio-vascolari, metaboliche e neoplastiche in età avanzata. Il risultato più interessante della ricerca riguarda l’osteoporosi, che interessa soprattutto le donne: aver usato la bicicletta tra i 20 e i 30 anni o aver camminato per più di un’ora al giorno ha infatti la capacità di ridurre del 50% le probabilità di sviluppare l’osteoporosi dopo la menopausa. I numeri della ricerca sono chiari: le possibilità di avere l’osteoporosi passa da un’incidenza del 24% nelle persone che da giovani sono state sedentarie ad appena il 13% in coloro che in passato hanno praticato attività fisica.

Ma gli effetti benefici di aver fatto attività motoria da giovani non si limitano a prevenire l’osteoporosi. Le camminate o le pedalate giovanili si sono rivelate un fattore protettivo anche per l’ipertensione e per la cardiopatia ischemica. In particolare, sembra che mezz’ora al giorno di bicicletta sia fondamentale per combattere l’insorgenza dell’ipertensione.
“L`attività motoria sembra essere di grande importanza per ridurre l`incidenza di queste patologie in età anziana. L’analisi dei dati statistici – ha spiegato Antonino Mazzone, presidente nazionale Fadoi – ha infatti evidenziato un trend di progressiva riduzione in rapporto alla durata e alla quantità di attività motoria svolta”.

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Arriva il computer «Blue gene»

Curare l’osteoporosi in anticipo, limitando i danni che da questa malattia possono scaturire. Sarà presto possibile grazie a un computer ad alta definizione, il “Blue gene”, presentato dai ricercatori del Swiss federal institute of technology di Zurigo.