L’artrite reumatoide è una delle patologie più note e nel contempo meno conosciute fra la popolazione del nostro paese.
In famiglia o entro la propria cerchia di amici sempre più spesso si sente parlare di artrite reumatoide. Quanti di noi però, ne conoscono davvero le peculiarità? Frequentemente confusa con altri disturbi, l’artrite reumatoide rappresenta un problema per migliaia di persone. Come è possibile affrontarla? Ne discuteremo sotto.
Desideri avere qualche informazione in merito all’artrite reumatoide, ma non sai dove trovarle? Sei a conoscenza di che cosa si tratta, ma vorresti saperne di più? Qui potrai ottenere le risposte che tanto aspettavi. Scoprirai in che cosa consiste l’artrite reumatoide, le caratteristiche che la contraddistinguono e quali rimedi possono essere messi in atto per il suo contrasto.
N.B: questo articolo ha lo scopo di favorire la comprensione dell’artrite reumatoide e non è da intendere come sostituto del consulto medico. Raccomandiamo pertanto di rivolgersi al personale sanitario in caso di bisogno.
Approfondiamo allora l’artrite reumatoide.
Sono identificate col termine di artrite (letteralmente ‘articolazione dolorante’) più di cento patologie differenti, accomunate dalla caratteristica di determinare uno stato infiammatorio a livello fisiologico (Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità). Le diverse forme di artrite rientrano nella macro-categoria dei cosiddetti reumatismi, il principale fattore di disabilità nella popolazione adulta.
L’artrite reumatoide è una malattia cronica che interessa le articolazioni, in particolare la membrana sinoviale, il cui liquido va a nutrire la cartilagine e le ossa all’interno della capsula articolare. La sua infiammazione comporta la distruzione del tessuto cartilagineo e la conseguente erosione dell’osso adiacente.
L’artrite reumatoide è una patologia autoimmune che si manifesta quando le difese immunitarie (per motivi ignoti) iniziano ad attaccare il sistema articolare. Fattori genetici ed ambientali sembrano associati allo sviluppo dell’affezione. Anche alcuni farmaci, nondimeno, sembrano poter predisporre alla stessa. I sintomi dell’artrite reumatoide possono essere confusi con quelli dell’artrosi, la quale, tuttavia, è una malattia degenerativa che non ha origine autoimmunitaria.
Dolore, gonfiore e rigidità sono segni caratteristici della malattia, ma possono pure comparire astenia e stati febbrili. Distinguono la condizione dell’artrite reumatoide i disturbi alla mano (polsi e dita) ed il fatto che questa colpisce in modo simmetrico entrambi i lati del corpo. Il decorso della patologia può essere lieve o grave. In alcuni casi, le manifestazioni dolorose sono costanti, altre volte intermittenti (alternanza periodi di riacutizzazione e remissione).
L’artrite reumatoide interessa circa 400 mila pazienti in Italia ed è diffusa principalmente fra la popolazione femminile (Fondazione Veronesi).
La malattia ha conseguenze significative sotto il profilo emotivo. Fra le persone affette dalla problematica, ansia e depressione sono infatti sintomi comuni. L’artrite reumatoide ha anche pesanti ricadute dal punto di vista sociale: interferisce con le attività quotidiane del malato ed i costi sanitari correlati gravano quasi interamente sulle loro famiglie (ospedalizzazioni, esami diagnostici, terapie riabilitative o farmacologiche, assistenza domestica, ecc…).
A causa di una sintomatologia comparabile a quella di altre affezioni (e del fatto che la stessa varia da soggetto a soggetto), identificare l’artrite reumatoide risulta complicato. Ad oggi, non esiste inoltre alcun esame specifico per la diagnosi della condizione, che giunge di fatto per esclusione. Esami di laboratorio quali il Reuma test (ricerca del fattore reumatoide) sono funzionali alla conferma della prognosi medica.
L’attuale approccio di cura dell’artrite reumatoide ha l’obiettivo di ridurre lo stato infiammatorio (A), rallentare il processo di lesione dell’articolare (B), e migliorare la salute complessiva del malato (C). L’Iter convenzionale comprende cambiamenti nello stile di vita del malato, l’utilizzo di soluzioni farmacologiche (corticosteroidi, FANS e DMARDs) e programmi di trattamento fisioterapeutico. Anche l’opzione chirurgica non è esclusa.
Per quanto talvolta efficaci, tali strategie non si rivelano sempre risolutive. Laddove le pratiche tradizionali non apportano i benefici auspicati, può intervenire la medicina integrativa, come ad esempio la magnetoterapia che risulta particolarmente utile nella gestione dei problemi reumatici.